Africa
Africa, Africa mia
Africa dei fieri guerrieri
nelle savane ancestrali
Africa che la mia grande-Madre canta
Sulla riva del suo fiume lontano
Io non t’ho mai conosciuta
Ma il mio sguardo è colmo del tuo sangue
Del tuo bel sangue nero sui campi versato
Il sangue del tuo sudore
Il sudore del tuo lavoro
Il lavoro della schiavitù
La schiavitù dei tuoi figli
Ma Africa, Africa dimmi
Sei proprio tu questa schiena che si piega
E si prostra sotto il peso dell’umiltà
Questa schiena tremante striata di rosso
Che acconsente alla frusta lungo le strade del sud
Allora gravemente una voce mi rispose
Figlio impetuoso quell’albero robusto e giovane
Quell’albero laggiù
Splendidamente solo in mezzo ai fiori
Bianchi e appassiti
È l’Africa la tua Africa che ricresce
Che ricresce pazientemente ostinatamente
E i cui frutti danno a poco a poco
L’amaro sapore della libertà.
[David Diop, Coups de Pilon, 1956, da Poemi della Negritudine, presentati e tradotti da A. Colletta, Moda Modu, Trepuzzi (LE) 2013]
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